Note degustative
Siamo soliti riscontrare nei vini rosati una beva piuttosto semplice e una sensazione di debole leggerezza.
Ecco, parafrasando il grande Dante Alighieri: “Lasciate ogni preconcetto, o voi che provate”.
Già il colore prelude una degustazione che non sarà quella di un rosato “debole”. Il colore è un rosa chiaretto carico e intenso, intrigante in bottiglia e ancor di più nel calice grazie alla maggior luminosità.
Già dall’analisi olfattiva esprime a pieno la filosofia di produzione di Fabrizio Ressia. E’ ben percepibile una certa potenza aromatica che, con eleganza, riporta un coordinato connubio di richiami floreali e fruttati che si legano ad alcune note minerali tipiche in alcune espressioni del dolcetto. Da sfondo e con l’areazione del calice si possono percepire delle nuance balsamiche che ricordano cespugli di erbe officinali e di erbe aromatiche, tipiche della macchia mediterranea. In bocca non delude.
Concentrandosi sul palato si può ben percepire una certa pienezza di sorso che avvolge tutta la cavità orale donando piacevolezza e, sorprendentemente, senza impegnare la deglutizione vista l’importante gradazione alcolica. La salivazione è abbondante, fattore molto positivo ed essenziale nel vino: dona profondità e spalla al sorso rendendolo “non pesante”. Inoltre, faciliterà non poco il successivo abbinamento.
Una volta ingerito il sorso, i sapori si sprigionano con armonia e piacevolezza. Finale di bocca persistente e profondo, non banale. Chiude con un ritorno appena e piacevolmente ammandorlato, che invoglia il nuovo sorso.
Un vino ben pensato e realizzato, che può essere abbinato all’intero pasto supportando preparazioni anche più importanti senza risultare pesante anche con le temperature estive. La gradazione alcolica è importante: 15,5% del volume, ma, nonostante questo, il sorso è snello e pulito. Anche dopo alcuni bicchieri (provato personalmente) non risulta impegnativo sulla digestione.
Vinificazione e affinamento
Rosato prodotto con la tecnica del salasso che consiste nel prelevare una parte di mosto (componente liquida) da un vino rosso in fermentazione. Tutto nasce dalla produzione del Dolcetto d’Alba Doc Vigna Canova 2020.
Le stesse uve, una volta pigiate e poste in fermentazione, vengono private di una parte di mosto che darà vita al Dolcetto “In Rosa”. Il risultato sarà duplice: un vino rosato fatto con uve di prima selezione e un rosso più concentrato e strutturato che darà nuova immagine al rosso rispetto alle vendemmie precedenti. Per il Dolcetto “In Rosa” segue fermentazione di due mesi in vasche di acciaio a temperatura controllata e a contatto con le fecce fini. Vengono effettuati per tutto il periodo continui batonnage per aumentare il corpo del vino ed estrapolare il massimo dell’espressione aromatica delle uve.